Si avvicina di nuovo il lieto giorno in cui, puntuali come ogni anno, orde di regali piu’ o meno desiderati invadono le nostre case.
Risolto il caos delle carte stropicciate, dei nastri e delle coccarde ( che i più virtuosi, e taccagni, conservano e riciclano), rimangono i doni: sempre troppi, nonostante i ripetuti inviti alla sobrietà rivolti a parenti e ad amici, tanto ansiosi di dare una forma materiale al loro amore per noi e, soprattutto, per i nostri bimbi.
Che fare? Da qualche anno noi giochiamo d’anticipo. Un grosso e affettuoso sacco accoglie maternamente, già da metà novembre, tutti i giocattoli poco amati e poco usati che vagano per casa nostra. La casa si prepara cosi’ ad accogliere l’ondata di nuovi arrivi.
Il sacco puo’ essere smaltito in modi innumerevoli, la fantasia ne suggerisce a decine. Possono essere dati in beneficenza, regalati ad un asilo, destinati alle case in montagna o al mare ( spesso un po’ spoglie sotto questo profilo), conservati per un mercatino del baratto da organizzare con qualche altra famiglia oppressa dalle merci e/o ostile allo spreco.
Possono anche essere semplicemente e poeticamente abbandonati in giro per la città, muniti di un etichetta con su scritto “cerco casa“, nell’ attesa ( garantisco, breve) di una manina grassa ed affettuosa pronta ad adottarli.
Se i bambini sono restii a partecipare, perchè troppo legati alle loro cose, il sacco puo’ essere gestito da mamma e/o papà in modo un po’ sotterraneo, ed i giocattoli possono essere custoditi nel “dimenticatoio”, in un luogo inaccessibile ( a casa nostra si dice “in cima in cima”, ovvero sull’armadio), pronti a fare la loro ricomparsa in caso di successivi reclami o melodrammatici attacchi di nostalgia .
In seguito, per riscuotere qualcosa dal “sacco”, un altro oggetto potrà essere temporaneamente sacrificato dai bimbi, in modo da mantenere il livello del caos in casa sempre ad un livello accettabile.
E poi i bimbi dimenticano in fretta! Un giocattolo dell’anno scorso puo’ essere una quasi-novità o comunque una dolce riscoperta, da assaporare magari in un momento difficile, e questo è un motivo in piu’ per fare un uso sapiente del dimenticatoio, non solo sotto le feste.