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Veg per amore ( o per forza maggiore? )

La mia amica informatica Elda mi rimprovera con veemenza perchè  non aggiorno il blog da tempo. Elda: hai ragione. Perdono, perdono, perdono, il male l’ho fatto piu’ a me…!

Avendo appreso che l’OMS si appresta, dopo averci minacciosamente dissuasi dal consumo di carni rosse, a riempire i nostri piatti di insetti (e, ahimè, non solo! )  mi sento quasi in dovere di passarvi una ricetta suggeritami da Eber , titolare del Take Away vegano sotto casa mia.. Eber è un grande amante e conoscitore della cucina indiana, che ha avuto modo di imparare sul campo (e non su un libro di ricette esotiche).

dal

Il Dhal è appunto un piatto tipico della cucina indiana ed asiatica in generale, un piatto che incidentalmente è anche Vegano .  Noi non siamo Veg, anche se in questo momento sarebbe estremamente popolare esserlo  ( quando lo sono stata era una cosa stramba! Diamine…non ci azzecco mai ) .

Pur essendo lontani dagli estremismi, siamo sostenitori di un consumo molto parco ed assennato di  derivati animali.  Questo piatto è entrato nella rosa dei nostri favoriti per la sua semplicità di preparazione, il suo indice di sazietà (ottimo), la sua versatilità (è buono persino avanzato e freddo di frigo!) e non ultimo il suo delizioso sapore, personalizzabile a piacere con spezie e  verdure. In India ogni regione, ogni paese, ogni famiglia ha un po’ l sua ricetta per il Dhal, cosi come per noi non esistono due ragu’ preparati alla stessa maniera.

Per preparare il vostro Dhal potete utilizzare qualsiasi legume secco decorticato. I piu’ facili da reperire sono senz’altro le lenticchie rosse e i piselli da minestra, ma ho sentito favoleggiare anche di ceci spezzati e di fagioli mung o adzuki.

Galleria fotografica: come preparare il Dhal

masoor-dal-in-indiaNon mancate di provare questa ricetta che rivoluzionerà il vostro autunno: è un piatto caldo last minute! Usando le lenticchie decorticate è pronto in appena una ventina di minuti. se non amate le spezie esotiche potete provare a cucinare una versione nostrana, usando verdure e sapori classici come aglio, rosmarino, salvia, alloro etc.

Fra le verdure che abbiamo provato ad aggiungere nel cucinare il Dhal ci sono  peperoni, pomodori, zucca, biete o spinaci, carciofi. Ciascuna interpretazione ha il suo perchè ! Non mancate di raccontarmi come lo avete re-inventato.

Farinata di Ceci DIY

farinataLa farinata è un piatto tipico genovese che divide gli animi: o piace, o non piace. Ma quando piace…piace un sacco !

Per farla in casa, trovare una ricetta che “funzioni”, però, non è facile. Un po’ perchè ogni forno è diverso; un po’ perchè le dosi riportate sulle confezioni o nei siti di ricette online sono proprio, a mio umile avviso, sbagliate, e portano a tragici fallimenti oltrechè a teglie drammaticamente incrostate, capaci di far gettare la spugna alla piu’ determinata e volenterosa delle massaie.

Dopo molti esperimenti , ho quasi casualmente imbroccato le dosi  “giuste” per me e desidero condividerle con voi!

150 gr farina di ceci

500 ml acqua 

1/2 cucchiaino di sale

Olio extravergine di oliva

Teglia metallica (no teflon please!)

La farina di ceci va stemperata con l’acqua e sbattuta bene con una frusta in modo che non faccia grumi.

Deve poi riposare per 6-8 ore.  Per ridurre i tempi di fermentazione, si puo’ aggiungere un cucchiaino di aceto di mele all’impasto ( vi prometto che il sapore non si sentirà). Tuttavia non consiglio di farla riposare meno di 4-5 ore perchè il sapore e la digeribilità ne risentono grandemente.

Trascorso questo tempo, accendete il forno al massimo.  Mentre il forno si scalda, ungete uniformemente  una teglia (siate generosi, l’olio deve colare lungo le pareti) . Versate l’impasto nella teglia: deve rimanere alto fra 5 e 10 mm. Con queste dosi io faccio due teglie, una piccola e rotonda da 24 cm di diametro ed una media rettangolare 30×40 cm…. Lascio il calcolo delle superfici ai geometri !

Con la frusta, agitate bene il composto nella teglia in modo che l’olio, che tenderà ad affiorare in grosse gocce,  si mescoli uniformemente all’impasto.

Infilate la teglia nel forno accertandovi che sia “in bolla”. Qualora non lo fosse, la farinata non cuocerà uniformemente ed una parte della teglia rimarrà “nuda”. Potete aiutare la teglia a stare ben diritta infilandoci sotto un piccolo spessore realizzato con della carta stagnola.

Chiudete il forno ed aspettate con fiducia 20-40 minuti , a seconda del vostro forno. La farinata deve risultare ben dorata, con una crosticina croccante sulla superficie.

Estraete la farinata dal forno e lasciatela riposare 1-2 minuti nella teglia prima di tagliarla a pezzi e servirla ancora ben calda con verdure cotte o crude ( è ottima con il sauerkraut). La farinata calda ha la consistenza di una crema pasticcera molto soda, e raffreddandosi si addensa.

E’ ottima con una bella spolverata di pepe nero macinato di fresco!

Alcune virtù della farinata:

-non contiene glutine

-a differenza dei legumi interi, non fa gonfiare la pancia, non contenendo bucce

– è un piatto molto povero, adatto in tempi di crisi…

– essendo morbida ed appetitosa,  è adatta a tutta la famiglia, inclusi i bimbi in (auto)svezzamento

– essendo preparata con fermentazione, è molto digeribile , a patto di non essere consumata assieme a cereali o ad altri piatti proteici: il suo ideale complemento sono le verdure.

Spero di avervi ispirati!  Sarò felice di sapere come vanno i vostri esperimenti….

Un vero amico in cucina (repost)

Crock Pot, altrimenti detto Slow Cooker. Ecco un acquisto che non si rimpiange.

Dopo aver istigato all’acquisto la mia amica Cristina, ripesco questo post dall’archivio del fu-blog Gradipo, e lo consiglio anche a voi di tutto cuore!

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Un crockpot e’ una pentola elettrica.

Introvabile in Italia, ma comunissimo nei paesi anglosassoni, il crockpot ( altrimenti detto slow cooker) e’ un oggetto veramente utile soprattutto per chi ha poco tempo per cucinare: per le mamme di bambini piccoli e/ o con famiglie numerose il crockpot e’ una vera benedizione!

Concettualmente e’ il contrario della pentola a pressione, sulla quale ha piu’ di un margine competitivo. Non e’ pericoloso, cuoce in modo molto sano; piatti come stufati di carne o verdura riescono perfettamente e data la bassa temperatura i risultati sono eccezionali per sapore e consistenza. I tempi di cottura non sono cruciali, e dimenticarsi di averlo acceso e’ il modo migliore per avere ottimi risultati.

Si compone di tre parti:

Una pentola in ceramica,

Una base in alluminio che si collega alla corrente tramite una presa elettrica,

Un coperchio, in genere di vetro, che permette di controllare quello che succede dentro.

E’ praticamente impossibile bruciare qualcosa in un crockpot. Si puo’ programmare a diverse temperature ( il mio ha alta, bassa e la funzione “warm” per tenere in caldo) . Potete mettere su lo stufato ed uscire per una bella gita; tornerete a casa la sera ed aprendo la porta vi accoglierà il profumo di un pasto caldo. Potete anche andarvene a dormire lasciando la fagiolata a stufare…in questo caso farete colazione un po’ straniti dall’odore della zuppa, ma a mezzogiorno sarete grati alla magica pentola.

Il funzionamento e’ a prova di idiota. Si riempie, si collega alla corrente, e si abbandona fiduciosamente per un tempo lunghissimo . La quantita’ di acqua necessaria e’ di molto inferiore a quella utilizzata con la cottura su fornello, perche’ l’evaporazione e’ minima.

E’ l’ideale per cuocere i legumi, per fare il brodo, per cuocere il riso .
Ci lascio i legumi per 8 ore, il brodo per 24 ore, il riso integrale per 2 ore .

Piu’ info tecniche qui.

Sul web sono reperibili moltissime ricette gratuite per chi non ha esperienza. Il crockpot , fino a poco tempo fa reperibile solo oltremanica, si puo’ trovare in vendita anche su vari siti di vendita online qui in Italia. Il mio fu acquistato e spedito da un amico inglese, e cosi’ mi tocco’ di cambiare la spina inglese con una italiana:  l’uomo di casa lo ha fatto ben volentieri, sapendo che sarebbe stato ricompensato della sua buona volonta’ per molti anni a venire… E cosi’ è stato, ed è ancora.

 

fai – da – the

Il the freddo in bottiglia è decisamente rinfrescante e tante persone cedono alle sue lusinghe quando il caldo si fa feroce….

Per qualche ragione, infatti, il the freddo  fatto in casa non è mai altrettanto buono ed ha spesso un retrogusto amarognolo.

Purtroppo però il contenuto in zucchero, aromi e coloranti di questi the -anche di quelli che si fregiano di mille virtù – è davvero scoraggiante!                        Esiste un modo per preparare in casa un the freddo davvero delizioso ?

Ebbene sì. Sto per svelarvi il trucco! Continue reading