Category Archives: Ambiente: difenderlo e difendersi

l’alveare

alveare.jpgAll’attraversamento pedonale con semaforo, un uomo disabile impiega tutto il tempo del “verde” per attraversare la prima corsia. Poi il semaforo ridiventa rosso, le macchine partono; lui si ferma lì ed aspetta che il semaforo, calibrato sulla funzionalità ottimale di un essere umano perfettamente sano e disposto, torni a dargli la precedenza. Lui è certamente abituato a questi insulti quotidiani, che sono la sua normalità. E a me piace pensare che se al posto di quel semaforo vi fosse stato, come ai vecchi tempi, un vigile, forse le cose sarebbero andate diversamente ( seppure fra i commenti a denti stretti di qualche automobilista nervoso, già in ritardo per il lavoro).
La spersonalizzazione e l’automazione del lavoro presuppongono e predispongono una umanità-alveare, perfettamente in linea con la teoria (più filosofica che scientifica ) della “selezione naturale”. Il meccanismo che elimina il soggetto inadeguato non è buono ne cattivo, semplicemente è. Come la natura matrigna, il semaforo non ha cuore nè cervello, non prova compassione, non decide ma esegue impassibilmente ciò che è stato programmato per fare. Rosso. Verde. Beep, beep, beep, beep.  Arancio, affrettati! Beep, beep. Rosso.

E’ ovvio, non ho nulla contro i semafori. Sono una invenzione comoda che permette di licenziare un operatore del traffico ( con buona pace di sua moglie e dei suoi figli, ma questa è un’altra storia).  Tuttavia è un fatto incontrovertibile: piu’ la macchina assomiglia all’uomo, e si sostituisce ad esso, piu’ l’uomo va assomigliando alla macchina.

A differenza delle leggi naturali , il semaforo è stato reso operativo dalla società umana. Attraverso la decisione del più primitivo dei robot il soggetto diventa incapace di decidere per sè: l’automobilista non è piu libero di scegliere se perdere trenta secondi del suo tempo perchè  un uomo zoppo o una vecchia signora col bastone possano  attraversare dignitosamente. E’ scattato il rosso, e tutti partono sull’attenti; se anche il capofila avesse un rigurgito di umanità , dovrebbe subire i clacson delle auto che gli stanno dietro, e del resto non avrebbe certamente il potere di fermare le moto che sfrecciano sorpassandolo.

Quindi vediamo che in questo banalissimo caso il robot-semaforo si sostituisce alla coscienza umana deliberando per lei; soffoca la coscienza suddetta qualora dovesse produrre un moto di compassione verso il proprio simile; costringe l’individuo ad allinearsi, al contempo sollevandolo da ogni responsabilità in nome di un meccanismo al quale è indispensabile aderire. Osserviamo uno scollamento fra ciò che è lecito (o persino obbligatorio ) e ciò che è giusto, ed è precisamente quello scollamento in cui, in una società sana, si inserisce il cuneo della disobbedienza civile.

Ma la disobbedienza civile presupporrebbe fra gli uomini un tipo di comunicazione libera dagli schemi , diretta e genuina di cui , nell’era delle nozze fra social network e pensiero unico,  si sente la  profonda mancanza.  Nella società-alveare chi agisce unicamente secondo la propria coscienza e guidato dall’amore per i propri simili , ma  infrangendo le leggi , viene tacciato di individualismo, mentre chi segue pedissequamente le normative a discapito di qualsiasi umanità , firmando sfratti o finanche condanne a morte, è considerato un buon funzionario .

Contemporaneamente e coerentemente, a livello non troppo teorico, si discute dello stesso diritto di esistere di individui non perfettamente sani, non assimilabili dal meccanismo con esattezza. La loro esistenza è riconosciuta come un danno sociale : rallentano gli ingranaggi, richiedono aggiustamenti e spese aggiuntive, toccano fastidiosamente le coscienze degli individui integrati rischiando ogni volta di pregiudicarne l’efficienza; e poichè non solo la solita natura matrigna, ma anche il  feroce meccanismo che gli uomini hanno posto in essere li sottopone a continue offese e frustrazioni, esiste motivo di supporre che la loro non sia una vita degna di essere vissuta. Per questo l’alveare li invita al sacrificio: prima attraverso la mano pietosa  dell’eugenetica,  poi attraverso l ‘eutanasia , per la quale non esiste ancora adeguata  e condivisa normativa – ma, ne siamo certi, verrà; e con essa verrà la meccanizzazione che dà pace alle coscienze . E allora ci basterà sapere che a programmare la mano del primo robot è stato un pensiero umano sgorgato dalla compassione.

Quello che ancora non mi è del tutto chiaro è quale trattamento sarà riservato a chi non si riconosce nell’alveare, e non se sente rappresentato. A chi, pur avendo le risorse per esserne un membro irreprensibile, non riesce a tacitare la propria coscienza. Sarà tollerato? Dimenticato? Abbandonato a se stesso? Perseguito? Obbligato ad accettare una cura per il suo male?

Solo il tempo potrà raccontarlo a chi ancora avrà un cuore per ascoltare.

 

 

 

i segreti dello zucchero

sugar

Che lo zucchero faccia male non è una novità.

In natura gli alimenti dolci concentrati sono pochissimi; la frutta bilancia il contenuto in fruttosio con tanta acqua, vitamine, minerali e fibra; i frutti altamente zuccherini sono soggetti ad una breve stagionalità ; il miele è difficile da raggiungere e ben protetto  dalle sue custodi, e l’orso, che ne è ghiotto , è l’unico animale a soffrire di carie ( soprattutto quando esagera ).

Negli ultimi anni si è diffusa una certa mole di informazione volta a ridurre l’uso e l’abuso di zucchero, sensibilizzando i consumatori , motivandoli a leggere le etichette di prodotti insospettabili alla ricerca di  additivi , coloranti e zuccheri nascosti. Tuttavia mi sembra importante chiarire alcuni punti sui quali ancora si crea, e si subisce, una certa confusione.

La dicitura ” zucchero di canna” non ci dice assolutamente nulla sulla raffinazione del prodotto. “Zucchero di canna” significa  soltanto “estratto dalla canna da zucchero” anzichè dalla comune (ed italianissima) barbabietola. Il processo di lavorazione è del tutto simile e il risultato, chimicamente, lo stesso: saccarosio puro, senza alcuna traccia dei minerali presenti nella materia prima . Quindi quello che troviamo in etichetta come “zucchero di canna” è semplicemente “zucchero raffinato” (percio’ bianco) proveniente da paesi in cui si coltiva e si lavora la canna da zucchero  (non esattamente a km 0!)

La dicitura “sciroppo di glucosio-fruttosio” oppure “fruttosio“si riferisce ad uno zucchero di sintesi chimica che , sebbene il nome richiami quello della frutta, è assai piu dannoso per l’organismo umano  del comune zucchero bianco da tavola. Gli effetti del fruttosio sul metabolismo sono simili a quelli dell’alcool. Siamo quindi di fronte ad un prodotto che sovraccarica il fegato, promuove l’obesità e ha gravi conseguenze – come la Sindrome metabolica, ad esempio.

In etichetta troviamo poi, piuttosto raramente, lo zucchero grezzo di canna; qui è piuttosto difficile stabilire di che prodotto si tratti con precisione, anche se verosimilmente si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di zucchero bianco cristallino, prima estratto dalla canna in maniera convenzionale, e successivamente colorato con caramello  : lo stesso zucchero “biondo” in cristalli che ci viene offerto al bar come alternativa allo zucchero bianco, ma che di fatto non ha un margine apprezzabile su di esso.

Il consumatore più coscienzioso si orienta, per i suoi dessert, su zucchero integrale di canna ottenuto per spremitura ed essiccazione del succo di canna da zucchero. E’ il caso degli zuccheri “turbinado” o “muscovado” (presenti in Italia con altri nomi commerciali a seconda del produttore). Questi zuccheri , praticamente introvabili nei prodotti industriali, ancorchè biologici o integrali, sono piu’ ricchi di fibra e minerali rispetto allo zucchero bianco (basta un’occhiata per accorgersene). Attenzione pero’: la qualità del prodotto è importante. Ci sono ditte che per loro stessa ammissione (mi sono premurata di contattarne una via email per chiedere chiarimenti)  spacciano per “zucchero integrale” uno zucchero cristallino finissimo (il cosiddetto caster sugar ) addizionato di melassa. Diffidate quindi da un prodotto troppo liscio ed omogeneo, preferendo gli zuccheri grumosi e scuri, che si sposano ottimamente con l’aroma di caffè e cacao e sono ottimi per biscotti e crostate.  Per il loro aroma intenso non sono invece molto adatti a torte “bianche” come pan di spagna, torte margherite etc,  in creme e budini alla vaniglia , in dolci delicati, agrumati etc.  Per le torte bianche  non resta che utilizzare lo zucchero  cristallino di canna, naturalmente biologico (il che permette di evitare, quantomeno, gli sbiancanti chimici ed altri additivi) , oppure…cambiare ricetta e fare un’altro dolce  –  opzione consigliata 😉   Per la produzione casalinga di creme alla vaniglia e budini invece, volendo evitare lo zucchero raffinato,  è meglio preferire il miele di acacia per il suo sapore delicato. Il miele non è però adatto alla cottura in forno , perchè si degrada troppo facilmente.

Raccolte le debite informazioni e prese le dovute precauzioni non rimane che ricordare che consumare  cibi zuccherati non dovrebbe essere una abitudine troppo frequente (certamente non quotidiana!)…e precisare che i dolcificanti di sintesi chimica (inclusi i “pseudo-Stevia” che hanno invaso il mercato italiano ultimamente, ed il nuovissimo zucchero-insetticida OGM) sono rimedi peggiori del male.

 

 

 

 

 

 

il salto nella luce

luce

Il tempo passa, e cresce la consapevolezza del problema ambientale. Sempre piu’ persone si rendono conto di trovarsi in una situazione in cui affidarsi al naturale corso delle cose non basta piu’ a tutelare la salute propria e dei familiari:  l’inquinamento è tanto , e tale,  che il vaso è ormai colmo, e non appare saggio scegliere con leggerezza, rischiando ogni volta di scomodare la proverbiale goccia.

Si fanno strada medicina alternativa, fitoterapia, cura scrupolosa per l’alimentazione, approcci olistici alla persona e agli ambienti di vita quotidiana. Questo è encomiabile , e vedere tanta buona volontà mi scalda il cuore.  Devo ammettere che l’onda riformatrice dei “sempre meno pochi”  è in linea con le mie migliori aspettative.

Frequentando i gruppi di genitori “illuminati”, però –  genitori che si impegnano in prima persona in strategie al contempo tradizionali ed innovative , dall’ EC alla dieta vegana , all’educazione montessoriana, i giocattoli educativi, e molto altro –  riscontro spesso un serpeggiante sentimento di sconforto.

Questo è comprensibile. Le informazioni “negative” sono moltissime; processarle , esserne il filtro e l’interprete, farsi carico della loro trasformazione in prassi quotidiana, ha un prezzo. Ne risulta spesso un sentimento di amarezza, di impotenza, di sfiducia nei confronti degli enti istituzionali , di misantropia, di disfattismo.

Il genitore informato troppo spesso è un genitore angosciato, spaventato, deluso.  Assorbe da ogni parte informazioni sconcertanti , e spesso persino contrastanti fra loro. E’ confuso e disorientato. E’ dispiaciuto, talvolta apertamente  rabbioso per non riuscire a fare di piu’ , e meglio, per “la salvezza” dei propri figli.

Questo stato mentale è comprensibile; eppure, è una trappola rischiosa. Si ha paura, e la paura irrigidisce. L’irrigidimento a sua volta  rende scricchiolanti e dolorosi tutti quei movimenti che nella quotidianità della vita familiare normalmente hanno una piacevole fluidità e costituiscono la natura piu’ profonda della cura e del calore che si vivono in un sano nido casalingo.

Pian piano l’attenzione meticolosa al dettaglio si trasforma in nevrosi o in ossessione, e finisce per avvelenare il nostro rapporto con le persone e con le cose.

Si ha quindi il caso della madre vegetariana che aggredisce la maestra perchè il bambino , durante il pasto , ha assaggiato la carne  dal piatto di un compagno; del padre che non permette al bambino di salutare la zia al cellulare per farle gli auguri di compleanno, neppure col vivavoce,  per evitare l’esposizione a EMF; dei genitori che insistono con rimedi della nonna in casi di notevole gravità.

In particolare l’attenzione al cibo sano sconfina nell’ortoressia, che è considerata alla stregua degli altri e piu’ noti disturbi alimentari: in alcuni casi l’osservanza religiosa della dieta sana non permette alla persona di mangiare fuori in compagnia, perchè in nessun ristorante esiste un cibo degno, per lei,  di essere mangiato.

In effetti , esaminando la situazione da un punto di vista del tutto oggettivo, non possiamo esimerci dall’ammettere che l’aria terrestre non è piu’ degna di essere inspirata,  perchè ovunque, anche nei luoghi piu’ impervi e dimenticati, essa contiene contaminanti dispersi dall’uomo . La questione è innegabilmente reale, ha una sua consistenza.

Tuttavia l‘informazione, se ha da essere fatta, deve avere lo scopo di migliorare le nostre vite, non di renderle un salto nel buio, in un inferno di proibizioni e di sensi di colpa. Una vita del genere non sostiene, non nutre, non rafforza i nostri figli. Otteniamo, nonostante le nostre eroiche fatiche , il risultato opposto a quello per cui crediamo di lottare.

Di pari passo all’acquisizione di nuove informazioni è necessario l’aggiustamento , nella pratica, delle attuali strategie. Ci occorre elasticità per crescere di pari passo ai nostri figli: dobbiamo continuamente cambiare, provare nuove strade, sperimentare nuove soluzioni, in ogni ambito. Bisogna essere pronti a rimettersi incessantemente  in gioco e a correggere il tiro, anche quando questo ci rende un po’ incoerenti agli occhi di un mondo cui  un po’ troppo spesso, sentendoci sotto ai riflettori,  raccontiamo le nostre scelte con toni veementi e un po’ apocalittici, che rendono bruciante una successiva ritirata.

Bisogna essere pronti ad accogliere le informazioni difficili, tradurle in pratica e farne i nostri “attrezzi di lavoro” . Ma occorre anche essere capaci di dimenticarle  non appena entriamo nella piu’ delicata sfera emotiva. Agire in modo sostenibile e costruttivo  ha infatti, come suo corrispettivo, sul piano interiore, il coltivare un amore spassionato per la realtà in tutte le sue declinazioni, anche in quelle meno felici;  un sentimento che ci permetta di curarla come una piantina un po’ patita, con calma e pazienza, senza arrabbiarci perchè non cresce, perchè ha poche foglie, perchè non è verde e rigogliosa come avevamo sperato.

I nostri figli non meritano soltanto l’alto contatto in fascia,  il giocattolo in legno, i granuli omeopatici, i biscotti fatti in casa senza glutine, la scuola libertaria o Montessori, i pannolini in stoffa, e tutte le altre cose belle ed utili che popolano il nostro mondo di “genitori consapevoli”. Essi meritano anche , e soprattutto, il nostro equilibrio e la nostra serenità. Meritano che noi trasmettiamo loro, attraverso scelte coscienziose, l’ amore per la vita, non il terrore di una cattiva morte.

La consapevolezza piu’ profonda e preziosa che possiamo trasmettere ai nostri bambini  si puo’ riassumere nel messaggio: ” Tu sei amato. La Terra è un bel posto in cui vivere”. Il resto del nostro lavoro , ed il tormento interiore che spesso ne deriva, è la nostra nemesi generazionale; ma non deve diventare il loro fardello. Dopo aver smantellato i vecchi idoli, dobbiamo portare fuori le macerie in silenzio, senza caricarle sulle loro giovani spalle.

Perciò  credo che sia fondamentale avere cura di sè e dei propri pensieri :  coltivarli come un giardino scegliendo le sementi giuste, sfoltendo le erbacce, riassettando i viali, potando gli alberi da frutto e creando spazi ordinati in cui sia possibile interagire con gli altri in serenità. Questo  equilibrio dell’anima non è la destinazione,  ma il punto di partenza per un mondo migliore, e merita quindi di essere il primo obiettivo da perseguire, il primo orizzonte a cui tendere noi , genitori e non solo,  in quanto uomini e donne di buona volontà.

il mago dei fornelli

mago fornelliIl fornello a induzione è una delle piu’ recenti ed apprezzate mode in cucina.

Dopo la cottura a micro-onde, quella a induzione è la nuova avanguardia della tecnologia nella preparazione del cibo: da ogni dove si levano voci entusiaste per la sua praticità. Il fatto di non avere una fiamma libera genera nell’utente un senso di sicurezza, specialmente quando, come spesso capita, ci sono bimbi nei paraggi.

Eppure, proprio come la cottura a microonde, la cottura ad induzione nasconde le sue insidie.

La cottura a termoinduzione funziona tramite emissione di EMF: onde elettromagnetiche del tutto simili a quelle utilizzate per la trasmissione dei telefoni cellulari.

In questo articolo si evidenzia come la quantità delle onde EMF trasmesse da una piastra ad induzione possa facilmente superare i limiti di sicurezza vigenti in EU. Tali limiti, lo ricordiamo, sono comunque insufficienti, in quanto le onde EMF sono dannose anche a bassa intensità , specialmente per l’embrione, il feto ed il bambino piccolo. L’uso del cellulare, ad esempio, è altamente sconsigliato fino ai 14 anni di età perchè solo allora il cranio raggiunge uno spessore tale da proteggere decentemente il cervello da occasionali esposizioni, e nonostante cio’ il rischio di tumore al cervello da EMF (spesso proprio per abuso di telefono cellulare) rimane alto anche nell’adulto.

Il paradosso è che, anzichè mantenere i limiti stabiliti nel 1998, l’ICNIRP  abbia pensato di alzare i livelli di esposizione sicura nel 2010; e non certo perchè la ricerca scientifica abbia, nel frattempo, fornito evidenza di innocuità delle EMF. Piu’ probabilmente si tratta di una decisione di convenienza fatta sulla base delle necessità dell’industria . niente di piu’ che un suggello ad uno stato di cose di fatto che non sembra interessante, utile nè conveniente regolamentare in modo stretto ed efficace.microtesla

(nel grafico è illustrato l’aumento della soglia di sicurezza dai valori stabiliti nel 1998 a quelli del 2010, io violazione aperta del principio di precauzione).

Non è responsabile nè corretto alzare la soglia di sicurezza in assoluta mancanza di studi consistenti che dimostrino l’innocuità di questi apparecchi domestici e delle radiazioni che essi emettono. E’ il solito esempio che illustra magistralmente come la salute pubblica abbia da passare in secondo piano rispetto alle necessità del progresso e delle esigenze di mercato…

La sicurezza della piastra ad induzione è valutata considerando una distanza dalla piastra di circa 30 cm; una distanza maggiore di quella che siamo abituati a tenere davanti ai fornelli.  Se già si possiede una piastra ad induzione, avere cura di non utilizzarla in gravidanza ; non permettere ai bambini di avvicinarsi ad essa quando è in funzione; non utilizzare utensili in metallo durante la cottura; ed utilizzare sempre pentole che coprano l’intera superficie della piastra (vedi questo studio ; altre interessanti linee guida per la sicurezza qui.)

Fonti dell’articolo linkato

Altre info su come ridurre le onde EMF nelle nostre abitazioni

Libertà per le gemelle (repost)

Un repost del 12 Maggio 2009 dal vecchio blog di Gradipo! Lo ri-pubblico dopo aver visto che finalmente se ne parla anche in Italia (qui).


braNon e’ politica.
 Uno studio medico e antropologico condotto da Sydney Singer e Soma Grismaijer nel 2004 ha esaminato oltre 4000 donne, rilevando che le donne che non indossano il reggiseno stanno meglio di salute. Per citare il dato piu’ illuminante, le donne che indossano il reggiseno 24 ore al giorno ( si’, pare che esistano! ) hanno un rischio di sviluppare  tumori al seno 125 volte piu’ alto delle donne che non lo indossano mai.

A quanto pare il reggiseno, specie se stretto, inibisce il corretto drenaggio linfatico dei tessuti. Questo  drenaggio e’ essenziale perche’ le cellule possano eliminare i prodotti di scarto e le tossine. Ne deriva un accumulo di sostanze tossiche nei tessuti.

Naturalmente tutti gli abiti stretti fanno male. Ma di tutti i tessuti il seno e’ uno dei piu’ a rischio, perche’ ricco di ghiandole e di vasi linfatici, ma anche di grasso: proprio il grasso corporeo e’ la destinazione finale della maggior parte delle pericolose  tossine ambientali .

questo link potete verificare come gli esperti di diagnosi e cura dei noduli fibrocistici al seno raccomandino di usare il reggiseno il meno possibile.

Il peggiore di tutti e’ il reggiseno col ferretto: il metallo in esso contenuto sarebbe colpevole di provocare una scorretta stimolazione dello stomaco e della cistifellea (qui i dettagli),oltre a fungere da antenna per le onde elettromagnetiche.

Veniamo ora alla parte interessante del post: le possibili contromisure.

-Abolire il reggiseno.

– Non comprare mai reggiseni troppo stretti.

– Comprare reggiseni senza ferretto.

– Togliere il ferretto dai vostri reggiseni e se proprio lo si sente indispensabile sostituirlo con una banda in plastica (un sito americano le vende qui, ma non ho idea dei costi di spedizione)

– Togliere il reggiseno non appena si arriva a casa. Cosi’ come i nostri mariti si levano la cravatta. Finiti i doveri sociali, tutti liberi di respirare!

Mio marito non ha mai usato la cravatta, ma io continuero’ ad usare il reggiseno fuori casa per vari, piu’ o meno ovvi, motivi. A casa pero’ non esiste motivo di rinunciare alla liberta’.

Chi ha il seno grosso obietta che stare senza reggiseno provoca dolore? Se cosi’ e’, e’ proprio a causa di una cronica infiammazione dei tessuti del seno: gli esperti di noduli fibrocistici promettono che il dolore sparira’ in pochi giorni, non appena i tessuti si saranno ossigenati.

L’ultima barriera da superare e’ quella della vanita’: non ci hanno sempre detto che stare senza reggiseno fa venire le tette cadenti? Ebbene, tutta l’informazione (empirica) che io abbia trovato in merito punta ad indicare che stare senza reggiseno non provoca affatto il seno cadente, ma al contrario favorisce una corretta postura della schiena, facendo lavorare i muscoli del busto. Inoltre la pelle, essendo libera di respirare, si tonifica e, nel tempo, si rilassa di meno. In barba ai pareri degli esperti.

E adesso non avete piu’ scuse!

insolito pensiero giallo

Come al solito, per la “Festa della Donna” si sprecano le banalità neo-e-vetero-femministe, ma quest’anno non vi annoierò deplorandole. mimosaChi, come me,  ne è arcistufa oggi puo’ dedicarsi ad una lettura utile e del tutto scevra dal vittimismo di categoria.
Vi parlo di una nostra gialla amica…. E’ la mimosa?

No!

E’ la spezia Curcuma.curcuma

La Curcuma è nota anche come “zafferano indiano”. Assai meno pregiata del nostro fiore, è anche meno indicata per fare il risotto. Miscelata invece ad altre spezie come cumino, chili e coriandolo compone e dà colore alla miscela del noto curry .

Come molte altre spezie la Curcuma è una vera e propria bomba nutrizionale, un concentrato di sostanze preziose per il nostro organismo, sostanze di cui le nostre diete sono sempre piu’ carenti e di cui il nostro corpo, sottoposto ad insulti quotidiani, ha sempre piu’ bisogno.

In particolare la Curcuma esplica una attività protettiva e curativa nei confronti del cancro, in special modo del cancro al seno. La curcumina , che induce l’ apoptosi (il “suicidio”) delle cellule cancerose, è attiva anche sui tumori piu’ aggressivi, che rispondono meno alle terapie convenzionali , e non interferisce con l’ efficacia delle altre cure.

Le voci ufficiali non si pronunciano ancora sulla curcumina, ma ci sono molti studi promettenti già pubblicati o in corso (svariati links in calce a questo post). Piu’ interessante per i profani è l’ illuminante testimonianza di questa donna inglese che, dopo la chirurgia,  ha scelto di cambiare radicalmente il suo stile di  vita, adottando una dieta speciale e sostituendo la terapia convenzionale per la prevenzione delle ricadute con un abbondante uso di curcuma.

Il modo migliore di assumere questa spezia?  A crudo o con leggera cottura, accompagnata da olio di oliva e pepe nero. Il medium oleoso e la piperina presente nella spezia piccante ne accentuano infatti la biodisponibilità.

…Avete bisogno di altri buoni motivi per usare la curcuma?

1.  E’ un antisettico naturale. Puo’ anche essere utilizzato su ustioni e ferite.
2. Disintossica il fegato
3. Previene l’insorgenza di moltissimi tipi di tumore
4.E’ un antinfiammatorio naturale
5. E’ un potente antiossidante.
6. E’ un analgesico naturale (utile anche per i crampi mestruali!).
7.Previene e rallenta il morbo di Alzheimer riducendo la placca amiloide nel cervello
8. E’ famosa nella medicina cinese come trattamento antidepressivo.
9. Migliora il metabolismo dei grassi e favorisce la perdita di peso
10. Impedisce la crescita di vasi sanguigni nei tumori
11.Favorisce la rigenerazione epiteliale: è un trattamento di bellezza dall’interno                                    12. E’ utile nel trattamento della psoriasi e di altre condizioni infiammatorie della pelle.

Info

una boccata d'aria

….in tempi di sensazionalismo, quello della verità è l’unico outing interessante.

All’indomani delle inquietanti notizie sui vaccini ritirati dal mercato in molti paesi , è finalmente esplosa la liceità dell’obiezione all’obbligo vaccinale: da qualche giorno a questa parte, crocchi di mamme al parco e davanti a scuola discutono dell’argomento con una consapevolezza nuova, promettendo a sè stesse di non fare richiami vaccinali e di non immunizzare affatto i loro bimbi piccolissimi. Continue reading

intolleranti per amore

Un paio di mesi fa mi ha molto colpita il caso di questo bambino inglese che rifiuta di essere un maschio, preferendo essere una bambina.

Il caso, molto strumentalizzato dai media, è subito diventato un’occasione di invocare la tolleranza e di promuovere la cultura dell’accettazione del diverso.

E’ senza dubbio lodevole che la società si prodighi per accogliere nel modo migliore tutti i suoi membri indipendentemente dalle loro “differenze”, e la lotta alla discriminazione è preziosa. Dopotutto, che cosa significa normale?

Tuttavia , nessuno si interroga sulle possibili cause che potrebbero essere all’origine di casi come questo, Continue reading

la parte del boia

Lo confesso, a noi tutti piace da morire la carne di agnello, ma quest’anno  non la mangeremo.

Non sono mai stata, e non sono,  una fan del vegetarianismo per motivi “etici”. Per sopravvivere dobbiamo cibarci di altri esseri viventi, che essi siano animali, o piante. Nemmeno la mucca è vegana, perchè insieme all’erba inghiotte decine di insetti…

Ma a tutto c’è un limite.

L’uccisione dell’animale ha sempre avuto, nella storia dell’uomo, un carattere sacro, simbolico e rituale. Ci si sedeva a tavola nella coscienza e nel ricordo della  sopraffazione compiuta . Consumare la carne era un evento, e non era certo possibile, come invece lo è adesso, mangiare carne quotidianamente senza avere la minima consapevolezza del sacrificio che essa comporta.

Mangiare carne è un atto di violenza che si puo’ scegliere o meno, e per il quale ognuno risponde alla propria coscienza e secondo la propria sensibilità . Ma delegare e nascondere questa violenza, che da sempre fa parte della catena alimentare, dietro ad una facciata “pulita” come quella che ci offrono le confezioni comode e rassicuranti dei supermercati ci trasforma in in carnefici sereni, ipocritamente grati ad un provvido boia sconosciuto e lontano.

Quanti di noi sarebbero capaci di uccidere l’agnellino per cibarsene? Noi non lo saremmo.  Ed  in questa nostra moderna inettitudine sta l’unica ragione logica della piccola  rinuncia che faremo quest’anno.

Ma a dire tutta la verità, non è (solo) una questione di etica, o di logica.  A noi l’agnellino fa pena  soprattutto  perchè è un cucciolo, e come tutti i cuccioli ( inclusi, lo scrivo con in brivido,  i nostri ) è ignaro e fiducioso.  Non ce la sentiamo di tradirlo e di farlo scannare.

”  Le coeur a ses raisons, que la raison ne connait pas. ”   Chissà cosa ne penserebbero Giubilini e Minerva…?

il consumo…e' naturale

Negli ultimi anni in città  fioriscono i negozi di giocattoli “naturali” in legno, stoffa, pelle, carta: giocattoli sostenibili, ecologici: giusti, insomma!

Perfino i marchi famosi si sono adeguati, ed hanno tirato fuori dal loro arsenale i giochi di una volta, da tempo fuori produzione, che fanno aprire il cuore (ed il portafogli) a noi ex bambini degli anni ’70 e ’80.

Questi bellissimi giocattoli rispondono al bisogno di rispetto dell’ambiente, alla voglia di ritornare alla semplicità, e questo è encomiabile. Ma da tempo sospetto che nel loro successo ci sia di piu’… Continue reading