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placebo o non placebo

placeboNegli ultimi giorni ho assistito, sul web, ad una sistematica azione di discredito nei confronti della medicina omeopatica , portata avanti su piu’ fronti ( sarà telepatia? )

Questa opinione drasticamente e sarcasticamente critica, che apparentemente nasce spontanea dalla tastiera di vari bloggers ed opinionisti pseudo-scientifici , è probabilmente frutto di un lavoro di opinion-making molto piu’ omogeneo e coordinato di quanto non sembri al visitatore casuale. Ma questa annotazione fa parte di un altro, ben piu’ ampio argomento, di cui mi farà piacere trattare un’altra volta.

Personalmente, non sono mai stata particolarmente attratta dalla medicina omeopatica, e nella mia vita ne ho fatto un uso sporadico. Alcune volte ho avuto dei riscontri positivi, altri meno. In un singolo, drammatico caso si è rivelata notevolmente efficace. Tuttavia, questa è la mia esperienza personale, e -come è ovvio- ai fini dell’indagine scientifica non vale nulla. La preciso solo per scrupolo personale, e per chiarire che in sè l’argomento omeopatia non mi appassiona.

Quello che mi spinge ad intervenire nella “guerra all’omeopatia” di questi ultimi giorni non è quindi l’opinione di una affezionata cliente della multinazionale Boiron. So bene, ed anche i bambini sanno, che qualsiasi farmaco è business. D’altronde, questo modello di società ci insegna, fin da quando siamo in fasce, che è il business l’unico, giusto e santo motore del mondo; e , pur non trovandomi d’accordo con questa filosofia, non riesco a criticare Monsieur Boiron perchè vende “acqua fresca” piu’ di Mr. Merck che ha venduto il suo “scientifico” Vioxx per un bel pezzo e ucciso decine di migliaia di persone.

Innanzitutto, mi ha irritata la pretesa dei commentatori di parlare a nome della “comunità scientifica”, e addirittura -piu’ in generale- a nome di tutte le persone “razionali” e “di buon senso” (appellativi la cui vaghezza è estrema ). E’  evidente a chiunque voglia approfondire che l’ambiente scientifico stesso non è omogeneo nè conclusivo sul tema dell’omeopatia. Insomma,  la giuria è ancora al lavoro, e ci vogliono pochi minuti per trovare pubblicazioni mediche e scientifiche che rilevano un’efficacia dell’omeopatia diversa, e maggiore, di quella del placebo. (Un esempio o due. )

Ergo, dire che la scienza ha ampiamente screditato l’omeopatia è una falsità, enunciata nel classico stile del “debunking”: sparala grossa, sparala con prepotenza, e tanti penseranno che è VERA.

In mancanza di argomenti validi e concreti, si utilizza un’altra tecnica-cardine della disinformazione: si ridicolizza e si compatisce la fazione avversa, e si insiste sull’irrazionalità a priori delle premesse dei rimedi inventati da Hahnemann (la diluizione estrema dei preparati, la dinamizzazione dell’acqua ecc).  Se la verità di una teoria potesse basarsi sulla sua congenialità, non sarebbe mai stato possibile passare dalla teoria geocentrica a quella eliocentrica.   Ma per fortuna per una mente libera ed indagatrice non esiste nulla che sia a priori “ridicolo” o  “non vero” : un atteggiamento veramente “scientifico” presuppone una verifica fattuale dell’inefficacia del farmaco omeopatico; verifica che manca.

Da ultimo, trovo ridicolo, infantile e profondamente antiscientifico screditare un rimedio bollandolo come un “placebo”.  Ma perchè il placebo….non piace allo scienziato? La sua stessa esistenza dovrebbe essere motivo di riflessione per la scienza medica ufficiale.

Ad oggi, l’effetto placebo , che è in grado di indurre un reale miglioramento dello stato di salute in una notevole percentuale di pazienti, è largamente sottostimato nelle sue potenzialità. Eppure il perfezionamento dell’effetto placebo, che – si pensa – agisce a livello psichico attivando le capacità di autoguarigione dell’organismo  ( approfondimenti qui e qui )- è estremamente promettente, e lo studio del suo meccanismo potrebbe dare luce ad una medicina minimamente invasiva, priva di effetti collaterali.

Insomma, agli antipodi di quella attuale.  😉