un buon inizio

Chi ha un bambino che frequenta l’ultimo anno di asilo si trova alle prese, in questo periodo dell’anno, con la scelta della scuola elementare ( o primaria, come si dice oggi).

Fra “open days” ,  pratiche burocratiche e considerazioni meramente logistiche (la scuola piu’ vicina, o quella con orari piu’  per noi comodi ) è importante non perdere di vista quella che è l’esigenza reale dei nostri figli: di apprendere non solo con profitto, ma con gratificazione e possibilmente con gioia, in un ambiente calmo e sereno.

La prima elementare, essendo un anno di transizione, è un momento delicato che costituisce l’ imprinting scolastico del bambino per gli anni a venire. Per questo motivo la scelta della scuola è veramente importante. Molto spesso le maestre, oppresse da classi troppo numerose, da situazioni problematiche e dai pressanti programmi ministeriali, dedicano poco spazio all’accoglienza dei bambini ed al livellamento delle loro competenze prescolastiche prima di partire con l’alfabetizzazione vera e propria.

Ecco quindi che fin dai primi giorni si evidenziano bambini piu’ maturi e competenti e bambini che rimangono indietro, che sono disordinati o indisciplinati, che non reggono l’impatto improvviso con la struttura. E’ quello che è accaduto, un anno fa, alla mia bambina,  vittima della mia convinzione che la maestra avrebbe provveduto, con pazienza, ad insegnarle a stare seduta per cinque ore filate, a rispettare i margini del quaderno, a “lavorare” nel senso piu’ pieno del termine.

L’ideale sarebbe, ed alla fine è stato (attraverso una migrazione di metà anno scolastico), un approccio dolce come il metodo Montessori, che segue il bambino come individuo, rispettandone i tempi e le inclinazioni. In queste scuole si dedica ancora molto tempo ad attività che incuriosiscono ed interessano il bambino,  viene posto l’accento sull’importanza del lavoro fatto con calma e con cura, e la matematica viene insegnata attraverso la manipolazione di appositi materiali.

Se ci si deve accontentare di una scuola qualsiasi, è saggio preparare il proprio bambino nel corso di tutto l’ultimo anno di asilo, affinchè acquisisca le competenze di base  (i cosiddetti “prerequisiti”) che una volta trovavano posto nel programma di prima elementare e che adesso sembrano invece essere date per scontate.  Un ottimo strumento sono le classiche cornicette a quadretti. Sono facili, danno soddisfazione ed avvicinano i piccoli alla matita e al quaderno, favorendone la concentrazione.  .Nelle scuole un tempo avevano molto spazio, ma ora non piu’; sono spesso considerate un lavoro “premio” per chi finisce prima di copiare alla lavagna, e non viene riconosciuto il loro ottimo potenziale di allenamento della motricità fine, della pazienza, dell’attenzione…competenze da coltivare proprio in quei bimbi che rimangono indietro.

Un’ultima nota un po’ amara…La scuola potrebbe e dovrebbe essere diversa e migliore, e se non lo è, la colpa non è di questo o di quel ministro, ma di una generale sciatteria che investe purtroppo molti settori della società. L’istruzione finalizzata alla preparazione di persone “produttive” viene svuotata della sua poesia e del suo contenuto piu’ umano. Ecco allora che in classe si apprende frettolosamente, in un clima di individualismo, prepotenza e competizione.

Per questo dovremmo all’occorrenza saper sacrificare le nostre esigenze alla scelta di una scuola migliore per i nostri figli, e naturalmente sentirci responsabili di cio’ che umanamente insegniamo loro fra le mura di casa.

 

 

2 thoughts on “un buon inizio

  1. Elena

    Ritengo che la scuola montessoriana sia davvero ottima per lo sviluppo delle capacità di apprendimento dei bimbi. Ognuno deve essere libero di scegliere un’impostazione didattica piuttosto di un altra. detto questo, mi spiace, ancora una volta, sentire parlare della scuola pubblica come di una scuola “qualsiasi”, di cui ci si deve “accontentare” se non si riesce ad avere di meglio. I programmi ministeriali non sono pressanti: lo diventano quando mancano insegnanti e fondi, e le classi sono troppo numerose… e se ciò avviene, mi spiace anche questo, la colpa è proprio di questo o quel ministro, cioè, in senso lato, di una classe dirigente che non ritiene giusto investire debitamente nella scuola. Se si cercasse, poi, di trasmettere l’idea che la scuola sia un bene di tutti, dove tutti possano trovare la propria realizzazione, non si creerebbe certamente un clima di competizione, individualismo e prepotenza ma si imparerebbe la tolleranza per chi ha idee, estrazione, esigenze diverse dalle nostre.

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  2. admin Post author

    Grazie per il commento.
    Personalmente sono convinta che il miglioramento della scuola – e della società in genere – passi attraverso l’individuo e non discenda dalle istituzioni. La scuola potrebbe essere un luogo meraviglioso indipendentemente dal ministro in carica, se insegnanti e genitori collaborassero per renderla tale.
    Non ho nessuna simpatia per l’attuale ministro nè per la classe politica in generale, a nessun livello, ma mi sembra inutile cercare capri espiatori. Il problema è sociale ed il problema è globale (non italiano).
    La società va trasformandosi, allontanandosi dalla tradizione dei popoli. L’individuo, che ha perso ogni appartenenza, alle prese con mille rackets e sopraffatto dal quotidiano, si consola, quando puo’, con i beni di consumo. Questa deriva, alla quale soltanto il singolo si puo’ opporre, impedisce l’attecchire ed il
    fiorire di qualsiasi tipo di bellezza umana.
    La libertà è nelle nostre mani …usiamole

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