Qualche giorno fa, leggendo questo bellissimo post sulla Festa della Donna, mi sono soffermata a riflettere su come i clichés femministi siano diventati paradossali.
La libertà tanto sbandierata dalle nostre madri è bruciata in un fuoco di paglia, mettendo a nudo uno scheletro squallido, e dalle sue ceneri sono nati mostri assai peggiori della “soffocante” famiglia patriarcale.
Se si pensa che la donna capace di disporre del proprio corpo con talento imprenditoriale è per alcune l’icona di un nuovo, ruggente “femminismo”…. davvero, non siamo andate lontano.
Io credo che la felicità non nasca dall’essere senza freni, ma dallo scegliere consapevolmente, e con cura, i propri limiti. Essi non sono altro che il perimetro di ciò che, spesso distrattamente, chiamiamo “valori”.
“La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa.” (Friedrich Nietzsche)
Variando su questo tema , in onore della festa del papà appena trascorsa, e della data di domani (che per noi non è solo il primo giorno di primavera, ma anche l’anniversario della nostra unione) vi propongo una geniale favoletta di H.C. Andersen, che non molti conoscono.
Questa piccola storia sintetizza perfettamente i segreti dell’amore coniugale…e racchiude, come morale, un insegnamento di felicità del tutto “europeo”, che ci dimostra come, ad un occhio attento, la nostra tradizione non abbia nulla da invidiare alla saggezza orientale.
Candida, grazie! Bellissimo il post, e bellissima la favola. Me la leggeva mio papà quando ero piccola, ho ancora quel libro, oggi lo tiro fuori e lo faccio vedere anche ai miei bambini!!!
Sono arrivata qui tramite Cristina. Ed è un bellisimo post sai?
“Scegliere consapevolmente”…
grazie di essere passata da qui ! sto visitando il tuo blog che mi piace molto. Stay in touch