Quando si parla di figli, secondo la mia amica Cristina , “tre è il minimo numero perfetto“.
(Del resto, lei ne ha sette.)
Non è facile spiegare che cosa cambi l’arrivo del terzo figlio nella famiglia del Mulino Bianco : Lui, Lei, bimbo e bimba ( in ordine variabile). Posso tutt’al piu’ cercare di raccontarvelo cosi’ come è stato per me, per noi.
Mia madre mi ripeteva , mentre aspettavo il secondo bambino: ” Con un figlio si diventa genitori, con due figli si è una famiglia”. Insomma, il minimo numero perfetto sembrava essere due.
Ma due bambini sono facilmente rivali. L’altro è unico possibile alleato ed unico possibile nemico. Il rapporto è permeato da una grande ed irrisolvibile ambivalenza. La gelosia è una e puo’ arrivare ad sembrare insormontabile. Il piu’ grande non riesce a rinunciare al suo primato ed il piu’ piccolo non accetta i limiti della sua subalternità. Entrambi si sentono , e in qualche maniera risultano realmente, in difetto.
Il terzo bimbo sconvolge questo orizzonte aprendolo a nuove e infinite possibilità. Improvvisamente l’Altro è una dimensione piu’ varia. Il rivale non ha sempre lo stesso volto e c’è sempre una compagnia di riserva quando le cose vanno storte.
Le ragioni e il torto vengono distribuiti in maniera piu’ rilassata ed equanime: e’ piu’ facile accettare che il gelato, la sbucciatura al parco, la sgridata, l’influenza, la promessa dimenticata, il giorno di sciopero da scuola capitino “oggi a me , domani a te, dopodomani a lui “. E’ la vita: varia e meravigliosa, se la si prende con filosofia.
I ruoli sono piu’ effimeri. Difficilmente i rapporti si cristallizzano fra tre fratelli, ed è minore il rischio di essere ingabbiati dal proprio posto nella gerarchia familiare. Veder accudire i piu’ piccoli non suscita solo gelosie, ma anche tenerezza, senso di responsabilità e persino rassicurazione, quando il fratello maggiore percepisce che quelle stesse cure sono state prima rivolte a lui.
La famiglia è costretta ad organizzarsi decentemente . I padri piu’ riottosi rientrano nei ranghi e si rimboccano le maniche e aiiutano, a occhio e croce circa il 30% in piu’ . Non è piu’ permesso di lasciare indietro piatti da fare o lavatrici da stendere: ormai è semplice sopravvivenza, e uno sgarro puo’ degenerare in emergenza sanitaria. Alla sera , distrutti, ci si rivede volentieri. Tutti hanno qualcosa da raccontare ed il caos è ormai diventato fisiologico, percio’ si brontola meno.
Gli abiti vengono sfruttati fino al lumicino saltando da un bimbo all’altro. Il look vintage è assicurato senza passare da quella adorabile boutique in stile retro’. Ci passo lo stesso, per un saluto a Caterina ! Ma non le porto piu’ i miei biscotti fatti in casa: quando li sforno finiscono troppo in fretta, rubati da manine che di giorno in giorno si fanno piu’ agili e meno grassottelle. Poverina….quando usciamo da li’ il negozio è sottosopra , e lei pare avere messo le dita nella presa dell’alta tensione. E’ un’altra gioia del numero tre: creare scompiglio nell’esistenza altrui con minimo sforzo.
Le vacanze sono un delirio. Ma , appunto, la cosa non sorprende piu’. In alcuni momenti (magari non quando si è appena perso il treno) ci si puo’ addirittura compiacere del proprio aspetto folcloristico ed indulgere in una foto di gruppo.
Bisogni primari. Andare al bagno è un diritto inalienabile. Se non avete due stanze da bagno, preparatevi a stare in coda o a sgomitare per le vostre esigenze di toilette e ad abituarvi a asciugamani sempre umidi, a spazzole intasate da capelli di bambola, ad orride visioni di pannolini lavabili abbandonati nel secchio per inseguire un marmocchio seminudo e fuggitivo, e soprattutto allo scarico del lavandino Montessori permanentemente ostruito da piccoli oggetti . ( Come? Non avete un lavandino Montessori, dite…? Sì, che l’avete: tutti gli italiani ne hanno uno in casa… )
Ripetizioni. Molti perfetti estranei, dopo aver contato i vostri figli ed avere appurato che risalgono a voi, si sentiranno in dovere di darvi lezioni sul come nascono i bambini. Un ripasso può sempre essere utile. Grazie di cuore…!
L’invasione delle cavallette. Il frigorifero sorride per circa 36h dopo la spesa, prima di apparire di nuovo vuoto; il momento della preparazione del pasto è scandito da ululati di fame ed incursioni non autorizzate nella dispensa.
Lessico famigliare. I modi di dire, l’umorismo surreale, le parole strambe, le consuetudini bizzarre avranno la meglio su di voi. Anche se foste oggetto di spionaggio ed intercettazioni, nessuno potrebbe mai capire quello che si dice in casa vostra.
In buona sostanza, se con un figlio si diventa genitori, e con due famiglia, con tre si diventa un’orda. Una tribu’. Un circo. Una squadra. Un lazzaretto, quando passa il virus stagionale.Un carrozzone hippie. Un quadretto da cartolina…e molto, molto, molto altro.
Una cosa è certa, Cristina ha ragione : tre è davvero il (mio) (minimo) numero perfetto. Più oltre, non so; se dovessi mai scoprirlo, ve lo farò sapere.
stendendo un velo sulla parte domestica, la relazione tra fratelli e tra genitori e figli trae un indiscutibile meraviglioso vantaggio dall’aumento di numero. 🙂 un saluto trasversale a cristina e un bacio gigante a te-e-i-tuoi-tre
…perfettamente d’accordo su tutto. Per noi 3 era il minimo. Il quatto rasenta la perfezione. Ora più che un orda siamo una intera invasione barbarica!